Colomba Pasquale

Colomba Pasquale

Uova, zucchero, farina, burro, glasse, pasta madre e scorze di agrumi candite: questi sono gli ingredienti della Colomba Pasquale. Molto simile al gusto del Panettone ma con leggere differenze.

Se ci atteniamo infatti al purismo gastronomico, i panettoni di solito hanno dentro l’uvetta e le colombe ne fanno a meno. Motivo, o almeno in parte, per cui le colombe sono leggermente più asciutte di un panettone. Ma la differenza sostanziale è quindi nella forma e non nella sostanza: la colomba è a croce, ma cosa significa?

Un pò di storia

La colomba: le origini del nome, marketing a parte, come vi diremo più avanti, hanno due curiose radici medievali, alquanto improbabili ma molto ben raccontate. Il primo ci riporta alle viscere del VI secolo, appena cento anni dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, quando diversi popoli dell’Europa centrale si stabilirono definitivamente nell’Italia settentrionale.

È il caso di Alboino, re dei Longobardi, che conquistò l’estremo nord d’Italia e avrebbe portato alla creazione del regno. Questo feroce combattente, durante le sue incursioni, si trovò davanti alle mura della città di Pavia nell’anno 572, assediandola per tre anni. Con i difensori stremati e privi di provviste, gli abitanti della città decisero di simboleggiare la loro resa ad Alboino mediante un grande pane dolce a forma di colomba.

Questa conquista fu di scarsa utilità ad Alboino, poiché quello stesso anno fu assassinato. Forse alcuni lo considerano karma. Esiste un’altra leggenda, avvenuta all’inizio del VII secolo. La regina Teodolinda, ospitò un enorme banchetto dove, un monaco irlandese fu ospitato, penitente, non mangiò nulla, cosa che fece arrabbiare Teodolinda.

Il frate irlandese disse che non poteva prendere nulla perché c’era bisogno di benedire il banchetto. Allora si alzò, fece il segno della croce su un uccellino arrosto e subito si trasformò in pane bianco dolce, risolvendo così il pasticcio diplomatico. Reali o meno, entrambe le storie raccontano le curiose origini di un dolce tipico.

Ingredienti

  • 350 grammi di farina
  • 100 grammi di zucchero
  • 80 grammi di acqua
  • 50 g di latte caldo
  • 25 gr di lievito di birra fresco
  • 2 uova
  • 80 gr di burro a temperatura ambiente
  • 100 gr di arancia candita a pezzi
  • un pizzico di sale
  • la scorza di un limone
  • 40 g di uvetta senza semi
  • ½ bicchiere di vino dolce o brandy
  • zucchero semolato per decorare
  • 100 gr di mandorle crude con la buccia
  • uno stampo a forma di “colomba”.

Preparazione

  1. Sciogliere il lievito nel latte tiepido
  2. In una ciotola capiente sbattere un uovo e il tuorlo insieme allo zucchero, all’acqua, al burro, alla scorza di limone e al lievito precedentemente sciolto nel latte.
  3. Aggiungere la farina, il sale e mescolare bene. Quando ottenete un impasto facile da maneggiare, mettetelo su un piano pulito e lavoratelo fino a renderlo elastico e liscio. Aggiungere l’arancia candita e l’uvetta, mescolare.
  4. Fare una palla con l’impasto e metterlo in una ciotola con un po’ di farina per evitare che si attacchi, coprire e lasciar riposare per un ora e mezza. Si toglie l’impasto dalla fonte e si impasta nuovamente in superficie per togliere l’aria e poi lo si divide in due parti
  5. Impastate ogni metà per darle la forma dello stampo, coprite e lasciate riposare per tre ore o fino a raggiungere il bordo dello stampo.
  6. Una volta che l’impasto avrà raggiunto il bordo, spalmare la superficie con l’albume e decorare con le mandorle e lo zucchero.
  7. Nel forno preriscaldato a 175°C cuocete per 40 minuti. Si spegne il forno e si lascia la colomba all’interno con lo sportello aperto.
  8. Servite e buon appetito!

Marketing e golosi

Gli italiani, come i francesi, sanno vendere molto bene e padroneggiare l’arte del marketing come pochi altri. Non sarebbe da meno il caso delle colombe ed è che, all’inizio degli anni trenta del ‘900, una pasticceria milanese decise di utilizzare i macchinari fermi che aveva nel suo laboratorio per fare i panettoni.

L’idea è venuta a Dino Villani, direttore pubblicitario di Motta, fiorente azienda di panetteria e pasticceria, che ha utilizzato la forma della colomba per fare panettoni fuori stagione. I milanesi trovarono nelle colombe il loro modo particolare di mangiare il panettone oltre il Natale. L’idea, nata dalla mente geniale di Villani, si sarebbe presto diffusa in altre botteghe del capoluogo lombardo come Vergani, che lanciò il proprio marchio.

La colomba oggi

Allo stesso modo del panettone, le colombe oggi si sono evolute oltre la ricetta classica e hanno addirittura varcato i confini della stessa Lombardia. Ora la panoplia degli ingredienti si moltiplica e i pasticceri stanno lavorando per creare abbinamenti sempre più gustosi e originali.

Inoltre, sono sempre di più gli esempi di colombe gourmet che si trovano sul mercato, utilizzando prodotti di prima qualità, come quelle utilizzate da Vergani che utilizzano l’arancia buccia calabrese, mandorle baresi e miele d’acacia toscano, oppure osano anche con creazioni con caramello e cioccolato bianco.

Un’altra famosa azienda, Brera Milano 1930, ha reso popolare la sua colomba cioccolato e pere, un vero bestseller, più succosa della tradizionale, è uno dei dolci pasquali maggiormente conosciuti a Milano. Fuori dalla Lombardia anche altre pasticcerie come De Vivo, a Pompei, nel sud Italia, hanno adottato la colomba, conferendole un proprio tocco particolare.

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